venerdì 17 giugno 2011

"Siamo come nani sulle spalle dei giganti"


Siamo come nani sulle spalle dei giganti. A dirlo fu Bernardo di Chartres, filosofo del dodicesimo secolo in una delle sue lezioni  nella scuola cattedrale di Chartres a Parigi. 

L'analogia è semplice. Per il professore la cultura, o meglio i fondatori della cultura sono dei giganti che consentono a noi tutti - i nani - di vedere molte più cose e  più lontano, ben oltre i limiti della nostra statura.

In politica si direbbe che a essere i nani sono i ministri, mentre noi, il popolo, i giganti. Lo si direbbe per una ragione di giustizia: i ministri sono nani in parlamento stipendiati e sorretti dalle spalle di noi contribuenti.
Per questo brucia e infiamma i cuori l'insulto bavoso di Brunetta e di Stracquadanio ai precari, tali non per scelta ma vittime delle ingiustizie sociali italiane. 

Sarebbe bello, davvero, se tutti noi avessimo un sussulto e non porgessimo l'altra guancia Non so, tipo inviassimo una e-mail ai media di destra, alle istituzioni, ecc. a ricordare ai Brunetta di turno questo indiscusso principio democratico. "Siamo come nani sulle spalle dei giganti", appunto.


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