martedì 17 maggio 2011

Milano vota contro il bunga-bunga, il minettismo e il malgoverno della destra


Pisapia mette al tappeto al primo round la Moratti. Un colpaccio tirato ieri alle amministrative di Milano, roccaforte storica della destra di Berlusconi.  Pisapia, con un sonoro 48,4%, ha lasciato sbigottiti i suoi avversari. E se non sfonda al primo turno è solo per un pugno di voti. Lo hanno chiamato miracolo a Milano ad evidenziare la straordinarietà del sucesso elettorale del candidato del centrosinistra. Ma il boom di voti per Pisapia è dovuto a tre ragioni principali. 

La prima riguarda la Moratti e la sua amministrazione. I milanesi avevano scelto la Moratti per vedere rinverdire la città e i suoi affari, non per vederla ingrigita da tonnellate di cemento. Invece, la sindaca milionaria spalleggiata nel 2008 dal governo Prodi s'è gettata a piene mani nell'affare Expo, nella costruzione di case per ricchi, lasciando nell'incuria quelle popolari. Adesso, Milano è tutta un cantiere, umiliata dal traffico e da uno smog che s'appiccica addosso e intasa i polmoni.

La sua personalità poi non ha aiutato. Letizia Moratti ha un carattere poco passionale, distaccato. Sembra sempre presa dalle sue cose, cose di soldi si intende. Sempre alle prese con affaristi, quasi mai fra la gente. Ha anche un figlio risalito agli onori della cronaca per la sua passione per Batman. Una passione tutta dedicata all'arredo di una casa comunale, finanziato dai milioni della mamma sindaco.

La seconda ragione vede l'emorragia di voti della destra a Milano legarsi alla politica nazionale. Agli elettori di Berlusconi non sono andati giù parecchi rospi. A molti a destra non è certo piaciuto il regime puttanocratico instaurato dal Cavaliere al Parlamento e alla Regione lombarda. Minetti o non Minetti, il semplice fatto che una bellona amica di escort diventi, dall'oggi al domani, consigliera con 12mila euro al mese, ha fatto arrabbiare tanti elettori milanesi.

E nell'indignazione anche dei milanesi non fa eccezione il caso Ruby. Certo la storia del bunga-bunga ha suscitato tanta incredulità fra tanti di destra. Ma la sola idea che Berlusconi possa aver pagato una minorenne per trastullarsi in notti brave ad Arcore deve avere indignato molte donne per bene della Milano bene.

Non è andata giù nemmeno l'incapacità della Lega di arrestare l'ondata di immigrati a Lampedusa. Anche la finta opposizione di Bossi alla guerra alla Libia,  rientrata col voto parlamentare, ha provocato tanti mal di pancia a destra. La propaganda del Giornale e Libero aveva spacciato Gheddafi quale un dittatore buono, utile all'Italia, vero argine all'invasione dei clandestini islamici. Il Trattato d'Amicizia con la Libia era lì a dimostrarlo. La gente di destra non ha compreso affatto il completo voltafaccia del governo Berlusconi contro l'ex amico Gheddafi. Ha trovato molto stupido l'allineamento dei caccia italiani a quelli della Nato intenti a bobardare la Libia con bombe intelligenti. Si aggiungano le mai realizzate riforme liberali, il mai compiuto snellimento dello stato e il quadro è completo. 

La terza ragione invece ha tutto a che fare con la strategia comunicativa dell'uomo di Arcore. E qui il premier ha dato il meglio di se scodellando una girandola di ghiotti messaggi. Si parte con i giudici. Con un linguaggio violento ed estremista, i pm della procura di Milano sono stati definiti terroristi, cancro, metastasi. Cioè, non uomini e donne ma sostanze dannose e infette da rimuovere.

Poi si passa agli insulti di stampo razzistico agli elettori. A Crotone consegna all'Italia il suo giudizio politico: la sinistra non va votata perche' i comunisti si lavano poco (un tempo erano già stati apostrofati come "coglioni"). Con lo tsunami e la centrale nucleare di Fukushima, arriva un'altra candida ammissione del presidente:  la sospensione del nucleare e' stata fatta per bloccare il referendum. In un niente, Berlusconi straccia l'istituto del referendum, luogo supremo della sovranita' popolare.  In un colpo, getta alle ortiche quella sovranita' del popolo tanto osannata fino a ieri.

Poi, imbeccato dalla Santanche', il Cavaliere ripesca uno dei suoi cavalli di battaglia: l'illegalita'. "Occorre fermare le ruspe a Napoli per abbattere gli edifici abusivi", dichiarera' in TV. Se l'intento era di dare una lisciata all'elettorato napoletano, l'esito e' stato di prendere a calci quello leghista.


Illegalita', liguaggio violento e razzistico contro le persone. Ecco i temi della comunicazione politica di Berlusconi.  E' evidente, visti i risultati, visto il tracollo di preferenze per Berlusconi, che di tutto questo i cittadini devono essersene ricordati al momento del voto a Milano.

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